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FORMAZIONE ESPERIENZIALE

Applichiamo immediatamente la teoria per consolidare l’apprendimento attraverso il fare
“L'apprendimento è il processo attraverso il quale
la conoscenza nasce dalla trasformazione dell'esperienza”
(D. Kolb)

SALUTE E BENESSERE

Prepariamo esperti in psicologia nello sport e nella cura dell’alimentazione e del peso nel ciclo di vita
“Il dottore del futuro non darà medicine, ma motiverà i suoi pazienti
ad avere cura del proprio corpo, alla dieta ed alla causa e prevenzione della malattia”
(T.A. Edison)

ARTE ED ESPRESSIVITA’

Utilizziamo il canale creativo ed espressivo nella conduzione del colloquio di aiuto
“L'arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità”
(P. Picasso)

EDUCAZIONE E SVILUPPO

Abbiamo esperienza pluriennale nella formazione di operatori e psicologi dell’età evolutiva
“Il bambino inizia a percepire il mondo non solo attraverso i suoi occhi
ma anche attraverso il suo discorso”
(L. Vygotsky)

APPRENDIMENTO TRANSMEDIALE

Insegnamo attraverso formazione in presenza e a distanza sincrona e asincrona, aula virtuale, chat, videomodeling, videodidattica e videosupervisione
“Dimmi e io dimentico; mostrami e io ricordo; coinvolgimi e io imparo”
(B. Franklin)
Master in Playtherapy

Elenco delle
Sedi e dei professionisti associati

I nostri professionisti in Italia

Tutte le informazioni sugli studi professionali aderenti al servizio sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione

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Descrizione dell'area di intervento

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono malattie serie, impegnative nel recupero, pericolose, con molte complicazioni sul piano della salute fisica, mentale e relazionale,  difficili da prevenire e da curare, facili da sottovalutare. Si tratta inoltre di disturbi in continuo aumento non più solo nella popolazione femminile, sono, infatti, in ascesa anche tra i ragazzi e tra i giovani uomini, dove assumono soprattutto la forma delle ossessioni legate alla forma fisica.

I disturbi dell’alimentazione hanno una natura complessa: coinvolgono infatti ogni piano e area di vita della persona: il corpo, la mente, le emozioni, la vita relazionale e affettiva, tutto è imbrigliato in un vortice ossessivo, invalidante e “rumoroso”. Il frastuono delle azioni compulsive inevitabili o quello di uno spazio interiore riempito da una realtà alterata nella percezione, copre la vita e ogni forma di scelta autonoma, presentandosi sotto le mentite spoglie di una libertà mai sperimentata.

Alcuni esempi di questa complessità:

  • il rapporto disfunzionale con il cibo e la corporeità
  • i comportamenti autodistruttivi
  • le emozioni interrotte, negate, amplificate
  • le relazioni intime e sociali inibite/inautentiche
  • il pensiero alterato nella valutazione della realtà e la mentalizzazione carente
  • la disregolazione emotivo-affettiva
  • le complicazioni mediche e le “conseguenze” sulla salute generale
  • le comorbilità psichiatriche (depressione, disturbi di personalità, Disturbi Ossessivo Compulsivi, Disturbi d’ansia)
  • alterazioni del funzionamento familiare (come: invischiamento, evitamento dei conflitti, criticismo, emotività espressa) che contribuiscono alla comparsa e al mantenimento del disturbo.

A fronte di questa complessità il trattamento rispetta alcuni principi generali:

  1. Tiene conto da un lato dei rischi legati ai sintomi e dall’altro della funzione che gli stessi sintomi svolgono nell’economia psichica soggettiva, per la quale rappresentano una costosa difesa a tutela di una faticosa integrità di funzionamento mentale.
  2. Contestualizza il sintomo e la funzione che ha svolto e svolge a livello relazionale nei sistemi in cui il soggetto vive. Soprattutto nel trattamento dei soggetti più giovani il lavoro terapeutico deve coinvolgere i familiari, in forme di consulenza, di gruppo psicoeducativo, di percorso clinico specifico, altrimenti le probabilità di guarigione si riducono.
  3. La forte interazione tra piano fisico e psichico che si verifica nei disturbi delle condotte alimentari, tende a mantenere e ad aggravare il quadro clinico e impone pertanto la collaborazione di diversi specialisti.
  4. Le figure fondamentali di riferimento nel trattamento provengono sia dall’area psicologico-psichiatrica, dall’area internistico-nutrizionale e dall’area riabilitativo-espressiva-socioeducativa.
  5. Gli interventi di riabilitazione dei diversi professionisti sono resi trasparenti e univoci grazie al costante lavoro di équipe

Principi generali del trattamento

L’ottica del nostro approccio integrato nella lettura del disagio/disturbo, ci consente di restituire a chi soffre, la dignità di soggetto, la cui individualità non può coincidere la malattia stessa, pena la perdita della propria identità:

- non c’è “l’anoressica” o “la bulimica” o “l’obesa”, ci sono Persone che soffrono di anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, obesità.

- non c’è una sola anoressia o una bulimia: ogni persona manifesta il proprio linguaggio sintomatico in modo assolutamente personale, per ciascuno il comportamento disturbato assume un significato all’interno della propria storia e del proprio contesto di vita relazionale, affettivo, familiare.

- le persone che soffrono per il rapporto con il cibo, il peso, la propria corporeità, pur non condividendo la stessa diagnosi, hanno alcune caratteristiche importanti in comune, per questo il trattamento proposto ha una matrice transdiagnostica. Nella definizione del piano di trattamento la diagnosi è, infatti, solo uno degli aspetti considerati per stabilirne la definizione individualizzata.

- le ricerche sull’efficacia delle psicoterapie evidenziano un mantenimento dei benefici a lungo termine con una durata medio-lunga. Questo non vuol dire che altri interventi, più brevi e circoscritti non abbiano alcun effetto.

Tre obiettivi terapeutici principali

1 - Ripristino della nutrizione/di uno stato di salute fisica soddisfacente, con una riduzione dei sintomi da digiuno attraverso un aumento di peso quando sia necessario, l’assunzione di abitudini alimentari regolari e l’eliminazione dei comportamenti di mantenimento (restrizioni, food-cheking, body-cheking, condotte di eliminazione, abbuffate compulsive, ecc.); attivazione dell’alimentazione consapevole e del mindful eating.

2 - Miglioramento della percezione di sé:

  • consapevolezza di sé e autoriflessività
  • acquisizione di attività di nutrimento del sé
  • autovalutazione (autostima) libera dal vincolo del peso/forme corporee
  • immagine corporea mindfulness (guardare alla propria immagine in modo neutro, senza giudizio)
  • recupero (o costruzione) dell’identità corporea, di una corporeità positiva (e di un corpo sessuato e vivo)

3 - Miglioramento delle relazioni interpersonali (in quantità e qualità):

  • Competenza comunicativa (auto-espressione, assertività, comunicazione responsabile)
  • Competenza emozionale (alfabetizzazione, consapevolezza emotiva, empatia, tolleranza della frustrazione, auto-contenimento, autoregolazione)
  • Problem solving interpersonale (soluzione dei conflitti, assunzione di rischi ragionevoli…)
  • Relazioni d’intimità (giusta distanza ecologica, gestione ansia-evitamento)

Fasi, strategie e obiettivi del piano di intervento

Prima fase: accoglienza, motivazione, orientamento La conquista della consapevolezza del problema, la valutazione clinica e la sua contestualizzazione

Seconda fase: Fase della attenuazione dei sintomi

Terza fase: Fase della modificazione dello stile di vita (cambiamento di pattern comportamentali, cognitivi e affettivi significativi, sviluppo e consolidamento di life skill; verifica in progress e mantenimento dei risultati):

Il lavoro viene svolto in équipe: psicoterapeuta, psichiatra (quando necessario), nutrizionista (medico e/o dietista counselor nutrizionale esperto DA), psicologo psicodiagnosta, art-counselor, musicoterapeuta.

Riunioni settimanali delle figure coinvolte nel trattamento: può essere tutta l’équipe o solo i professionisti coinvolti nella fase di trattamento; gli operatori condividono lo stesso orientamento metodologico. Tutti lavorano secondo lo stesso approccio pluralistico-integrato ASPIC. L’approccio integra una base rogersiana (ascolto empatico), con la modalità pratica esperienziale della Gestalt, l’apporto dell’Analisi Transazionale, utilizza il riferimento evolutivo della Teoria dell’Attaccamento. Utilizziamo anche mindfulness e i riferimenti delle teorie cognitivo comportamentali, che vengono lavorati comunque in modo esperienziale.